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Le guerre del Pd al voto: fra candidati minori, il giallo di Nardella e il futuro di Giani

Le guerre del Pd al voto: fra candidati minori, il giallo di Nardella e il futuro di Giani
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L’analisi con uno degli editorialisti di Bisenziosette e il Giornale di Pistoia e della Valdinievole, Enzo Bucchioni.

Le guerre del Pd al voto

Strappi, bocciature eccellenti, guerre più o meno in corso, scenari ancora tutti da definire, sono il contorno inquietante che ha accompagnato la presentazione delle liste dei candidati toscani per le elezioni del prossimo 25 settembre, una data che potrebbe davvero diventare uno spartiacque nella politica italiana e locale. Guerre e lotte intestine nei partiti, alle spalle e alla faccia dei cittadini che avrebbero invece bisogno di certezze, che dovrebbero andare alle urne con la consapevolezza di andare a scegliere fra i migliori, fra le personalità che possono dare qualcosa per il presente ed il futuro e che si ritrovano fra figure più o meno mediocri.
Politici nati nelle stanze dei partiti e mai cresciuti che ora devono essere premiati, quasi sempre lontani dal paese reale.

I duelli nelle liste

La solita storia, purtroppo, di un’Italia in declino di persone e di personalità che è poi lo specchio della nostra storia degli ultimi vent’anni.
Nei giorni scorsi Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio, ha fatto una considerazione assolutamente condivisibile, amara e valida per tutti i partiti.
«Questi politici non sono degni della politica».
Purtroppo è vero. Qualche anno fa, con tutto il rispetto, probabilmente nessuno di questi sarebbe stato candidato per il Parlamento. Non voglio entrare nel merito della legge elettorale da cambiare, dei listini bloccati e dei rappresentati del popolo che dovrebbero essere scelti dal popolo, appunto, e invece sono imposti dall’alto, ma (e qui parlo della Toscana) si fa davvero fatica a dire “voto Tizio perché so di essere in mano buone, o Caio perché è un personaggio di grande levatura”.

I volti della Toscana

Aiutatemi voi, io non ne trovo. Confesso che per molti non so neppure quali sia il “cursus honorum” o abbiano galloni che non siano l’aver fatto la manovalanza nelle stanze dei partiti. Vado oltre: ci sono pure dei candidati che hanno fatto male da amministratore locale e come se non bastassero i danni già messi a segno, vengono premiati. I nomi sono facili da ricordare…non sforzatevi.
Mi chiedo: a Roma che faranno? Boh…aspettiamo notizie.
Questa è la triste storia della nostra politica e del nostro Paese dove al Potere ormai ci sono i mediocri e ci restano saldamente fino al punto di permettersi di far fuori i migliori perché danno noia, perché sono ingombranti.
E’ anche la storia della nostra regione, della Toscana che per energie produttive a tutti i livelli è ancora fra le locomotive italiane, ma che invece paga duramente le scelte politiche degli ultimi trent’anni che l’hanno penalizzata e imbalsamata. E’ la triste storia di scelte mai fatte, di altre osteggiate, di mancanza di lungimiranza e di coraggio, pochissime le cose fatte e quando si sono tentate sempre strizzando l’occhio verso qualcosa o qualcuno.
Le scelte non fatte
Ci ritroviamo così in difficoltà nello sviluppo ferroviario (nodo di Firenze) con pesanti ricadute sul trasporto locale. Per non parlare degli aeroporti. Siamo l’unica nazione al mondo che ha chiuso un collegamento su rotaia fra due aeroporti (Pisa e Firenze) che non era perfetto, ma almeno era. In un posto civile l’avrebbero sostituito con l’alta velocità, venti minuti e via…Aggiungo la terza corsia della Firenze-Mare promessa e mai attuata almeno fino a Pistoia o della tragica Fi-Pi-Li autentica fossa delle Marianne delle risorse pubbliche e degli sprechi con disagi ben noti.
Se non ci fossero un territorio straordinario e la spinta di grandi industriali e di grandi aziende nei classici settori della moda e della viticultura, ma non solo, tutta gente che va oltre la modestia della politica, saremmo qui a tracciare tinte ben più fosche.

E in Regione?

Mi raccontano che da anni e anni i dossier sul tavolo dei presidenti e degli assessori regionali che si sono succeduti sono sempre gli stessi perché i problemi non sono stati risolti. Ma l’avevamo ampiamente visto e capito.
Considerazione banale, ma anche pratica: perché l’Emilia Romagna, per dirne una vicina, invece funziona alla grande e tra le due regioni politicamente c’è grande affinità e assonanza? Semplice. E’ una questione di uomini.
Esaspero: la Toscana è in mano a nessuno e si vede. State attenti a chi mandate a Roma.
Anche il povero Eugenio Giani è un pesce fuor d’acqua, catapultato in Regione da scelte e guerre interne al Pd quando il suo sbocco naturale sarebbe dovuto essere il sindaco di Firenze.
Il Pd, governano loro da decenni e le responsabilità sono chiare, si presenta in queste condizioni e con questi uomini alle Politiche che hanno ovviamente una importanza strategica nazionale, ma che non potranno non avere risvolti localistici. I sondaggi raccontano di un Pd ai minimi termini, senza leader e lo abbiamo detto, ma anche prigioniero di tutto questo vissuto che non può essere dimenticato.

Il Pd e Firenze...

E in mezzo a questo, per chi vive a Firenze, c’è anche il giallo del perché non si sia candidato Dario Nardella che sembrava pronto, vantando fra l’altro già un’esperienza in Parlamento e da mesi ormai politico di fatto nelle frequentazioni e nel modus operandi, piuttosto che sindaco mestiere che sembra ormai fare a tempo perso.
Davvero Nardella non si è candidato o è stato il Pd a dirgli resta al tuo posto? Forse la verità è nel mezzo.
Sarebbe complicato oggi per il Pd mollare la poltrona di sindaco di Firenze con tanta carne al fuoco e tanti problemi da risolvere (stadio in testa) e il rischio di affrontare delle primarie a tinte fosche interne o con ex amici-nemici come i renziani di Italia Viva che preparano rivincite.
Con un candidato vero, un nome forte, potrebbero arrivare sorprese.
E allora meglio candidare l’assessore Gianassi, più sottotraccia.
Con la possibilità, magari, di farlo dimettere fra due anni quando Nardella potrebbe essere a spasso e fare in sostanza quello che Renzi fece proprio con Nardella nel 2014. Fantapolitica? Chissà.

Il futuro di Nardella qual è?

Dicono che, dopo aver toppato sulla legge per il terzo mandato a sindaco, Nardella avrebbe voglia di un posto in Europa e lo sapremo presto perché nel caso si dovrebbe dimettere nel luglio dell’anno prossimo. E allora qui sarà davvero bagarre.
E se Giani, a sua volta, si dimettesse per fare il sindaco di Firenze? Troverebbe in corsa Stefania Saccardi (intanto è candidata alle politiche), forse la Di Giorgi rimasta fuori dalle liste e perché no Riccardo Nencini un altro dei sacrificati dalle liste. Nel passato non l’ha voluto fare, ma le idee cambiano.
Per non parlare poi di giovani scalpitanti e della mina vagante come Luca Lotti ex ministro brutalmente segato da Letta forse anche per via delle tante inchieste in corso e non ancora concluse. Chissà…

Nel mentre, a destra...

Come dicevo, i sondaggi disegnano un panorama a tinte nere proprio per l’ex Toscana rossa che non ha saputo più proporre da anni uomini e idee.
Faccio molta fatica però a vedere personalità anche nella coalizione di centro destra e non voglio certo consigliare per quale partito votare o dare un indirizzo politico (non è il mio compito), ma credo che da questo immobilismo sia l’ora di uscire con scelte nette e precise.
Dico solo di leggere attentamente i programmi per premiare quelli che propongono una vera riforma costituzionale dello Stato per rimettere in moto una nazione prigioniera di un sistema che andava bene nel dopoguerra ma che oggi è diventato un freno pesante per le scelte che impongono rapidità decisionale e dinamismo attuativo.
Berlusconi prima e Renzi poi, destra e centro sinistra, ma anche altri premier si sono confrontati con un sistema che blocca di fatto l’attività del governo in carica e l’hanno più volte denunciato invocando riforme.
Serve un Parlamento che porti verso il presidenzialismo e la modernizzazione.
Ci sono proposte di legge già depositate che portano la firma di senatori e deputati di quasi tutti gli schieramenti politici.
La prossima legislatura dovrà servire anche a questo, altrimenti la vedo dura per i nostri figli e le prossime generazioni…

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